Scavi eseguiti tra il 1902 e il 1904 in piazza della Corte – oggi intitolata al poeta Biagio Marin – hanno messo in luce i resti di un importante complesso ecclesiale di epoca paleocristiana, costituito da una grande basilica a tre navate e da un battistero ottagonale.
Approfondendo l’indagine del sito nella parte centrale della basilica trinavata, ridotta oggi alle pure fondazioni, vennero scoperti i resti di una precedente chiesa a navata unica, le cui murature erano state incorporate e sfruttate nella nuova costruzione.
L’attuale sistemazione del sito (1997) consente di vedere completamente la chiesa più antica e alcune parti della basilica trinavata, il cui perimetro è stato segnato in pietra bianca sulla pavimentazione stradale, così come la pianta del battistero.
Dell’originaria pavimentazione musiva restano vari tratti, soprattutto nella parte centrale dell’aula, dove sono leggibili anche alcune iscrizioni votive inserite entro campiture di semplici geometrie (spicca quella di Paulinus et Marcellina per l’entità della donazione: 1500 piedi di mosaico!).
La semplicità dell’impianto architettonico e l’affinità stilistica dei mosaici con esempi aquileiesi hanno orientato la datazione del monumento tra la fine del IV secolo e l’inizio del V.
Sui resti di questa prima chiesa, rovinata da un incendio, anteriormente alla metà del VI secolo fu costruita la basilica trinavata, di cui oggi rimangono visibili due tratti dei muri perimetrali, la base di una delle due colonne centrali del portico di facciata e le robuste strutture di sostegno dei due colonnati interni.
Sin dalla fase più antica il sito ebbe anche destinazione cimiteriale, come dimostrano i sarcofagi trovati interrati nell’atrio e le numerose sepolture individuate nell’area circostante l’edificio ecclesiale. 28
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