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CIPPO CONFINARIO IMPERO AUSTROUNGARICO - SERENISSIMA REPUBBLICA DI VENEZIA


Il Congresso di Rovereto, iniziato nel 1750 e voluto dai governi di Vienna e di Venezia con lo scopo di "... conoscere e giudicare le controversie di qualunque ragione ... compilando ad un tempo provvide discipline per casi futuri ...", aveva assolto ad un compito immane: definire tutte le zone di confine fra le due potenze, una lunghissima linea fluviale e montana, già fonte di contese locali forse nei tempi mai sopite. Dopo una lunga fase di consultazione di vecchi atti, di ascolto delle varie rappresentanze, di ricognizioni e misurazioni, si giunse infine alla firma di numerosi protocolli. L'austriaca regina Maria Teresa e il serenissimo doge Francesco Loredan, controfirmarono gli accordi. Fu la conferma del dominio veneto. Nel 1752 ebbe inizio la definizione dei confini tra la Repubblica di Venezia e l’Impero asburgico. 
Dopo una prima bozza di trattato, tra la villa di Fogliano e quella di Sagrado, per le differenze vertenti tra Sagrado, austriaca, e Fogliano, veneta, alla fine si raggiunse un accordo per la posa del cippo che ancora oggi si trova a cavallo dei due territori.S’incominciò così a delimitare i confini, per arrivare infine al trattato generale che porta la data del 1756. In un’estrema confusione, poi, si giunse a una nuova definizione dei confini, che portò anche alla sistemazione del cippo oggi risistemato a cura della Pro loco. Cippo che quindi rappresenta e ricorda una parte importante della storia e della cultura della Bisiacaria. Manufatto fra i principali esemplari del genere, in forma di "colonna" alto oltre due metri e con la base interrata con due formelle in marmo con inciso sempre il Leone di San Marco (in pietra giallastra di Castellavazzo o paglierino d'Istria) per la parte veneta e gli scudi imperiali in marmo bianco di Falzes per il versante austriaco.

La storia di questa presenza, però, arriva ancora da più lontano, nel 1470, quando nei pressi del guado sull’Isonzo, a Fogliano, si affacciarono minacciosamente le avanguardie turche con la conseguenza di uno scontro sanguinoso tra le forze venete, rafforzate da truppe cormonesi e foglianesi, e gli invasori. La storia registra che durante la battaglia i turchi, che già stavano per passare l’Isonzo con l’intento di invadere la campagna friulana, vista la reazione dei veneti, dovettero desistere e ritirarsi. [fonte: il Piccolo 13-10-2014 img: SottoMonfalcone.it]



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